Magia bianca: l’arte buona e curativa

Magia bianca: l’arte buona e curativa

L’universo si fonda sul dualismo: uomo/donna, banco/nero, bene/male. Ed è così anche per la magia bianca che nasce proprio per contrastare la magia nera, ovvero quella che fa del male e provoca sofferenza.

C’è stato un tempo in cui la magia, tutta, non veniva vista di buon occhio perché, se fosse capitato nelle mani della persona sbagliata, avrebbe potuto provocare eventi devastanti. Il cristianesimo ha sempre messo al bando le arti mistiche e tutto ciò che permettesse ad un singolo essere umano di controllare la vita altrui.

Per fortuna, con il tempo, si è compreso quanto fosse importante distinguere la magia nera da quella bianca.

La magia bianca, un potere benefico

La magia bianca viene praticata da persone che desiderano aiutare il prossimo non solo con atti concreti e razionali, ma anche con doti mistiche.

Ai tempi del Tribunale dell’Inquisizione tutto ciò che era magico o inspiegabile veniva tacciato di misticismo e dunque annientato in tutti i modi, anche con la morte. Bastava solo era sospettati di avere un legame con la magia o di aver partecipato ad un atto mistico per finire sul rogo o per essere torturati.

Erano i tempi in cui la Chiesa non ammetteva che un essere umano comune potesse aiutare il prossimo o che, addirittura, potesse curare e salvare vite. Non a caso, in quel periodo, il termine “mistico” aveva un’accezione negativa.

Con il tempo le cose sono cambiate e si è compresa l’enorme differenza che intercorre tra la magia bianca e la magia nera.

Durante il Rinascimento accanto alla medicina tradizionale c’era l’alchimia, la cui matrice era proprio la magia bianca.

In effetti, gli alchimisti erano persone curiose che hanno scoperto la chimica moderna e l’hanno studiata facendo esperimenti di varia natura. All’epoca dei fatti queste figure erano rispettate e temute, ma anche guardate con sospetto.

La magia bianca, oggi

Per diventare un esperto di magia bianca occorreva far parte di un gruppo ristretto di persone. Le pratiche e i riti non erano aperti a tutti e, anche quando questa magia era accettata dalla chiesa, ha conservato un’aurea di mistero.

Apprendere le tecniche di magia, le pozioni e le pratiche curative era un passaggio del testimone. In pratica ogni mago individuava, nel corso degli anni, il suo discepolo ovvero l’adepto che faceva parte di una cerchia ristretta di persone che aveva doti umane tali da poter accogliere la conoscenza dell’arte mistica.

In pratica, non si nasce maghi ma si diventa una figura di riferimento attraverso la tecnica, la pratica, lo studio e l’esercizio.

Sebbene la magia bianca sia alla portata di chiunque lo desideri, va detto che sono necessarie doti umane ed empatiche tali da poter accogliere il prossimo e curarlo sia nel corpo che nello spirito.

Accoglie tra le proprie fila, esperti di misticismo che hanno studiato e messo in pratica le loro doti, per anni e anni. Si tratta di persone che hanno dedicato la loro vista alla magia bianca e accompagnano i clienti, con grande sensibilità.



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